Quando si parla di cult, cartoni animati e sigle vanno a braccetto. Tuttavia non sempre si ha voglia di rivedere i vecchi cartoni animati, mentre le sigle si riascoltano sempre con piacere.Il motivo più ovvio è il tempo. Una sigla ci porta via solo pochi minuti ed è in grado di farci tornare alla mente tantissimi ricordi. Quante volte mi è capitato di ascoltare una sigla e prima ancora di pensare al cartoon mi è tornata in mente un episodio di vita quotidiana di tanti anni fa. Ad esempio le merende a casa della nonna guardando proprio qualche cartone animato di quegli anni.In certi casi però è bello anche rivedere i cartoni, con la massima soddisfazione quando si scopre che molti ci piacciono ancora oggi. Chi ha figli e nipoti poi può anche provare a farglieli vedere. Sperando di non ricevere commenti negativi. I classici non si toccano!
Chi è cresciuto a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80 difficilmente non li ama. Stiamo parlando dei robot e soprattutto dei cartoni animati dedicati ai robot. Dal Grande Mazinga a Jeeg, intere generazioni sono cresciute guardando gli anime giapponesi dedicati a questi personaggi. Certo, magari le bambine amavano altri cartoni animati...
Sigle Cartoni Animati Anni 80 Da
Supercar Gattiger nel corso dei suoi passaggi televisivi italiani è stato accompagnato da due sigle differenti. Quella degli anni '80 realizzata dai Superobots e una nuova versione negli anni '90 cantata da Giampi Daldello. Con tutto il rispetto per la seconda, noi rimaniamo fedeli alla prima, dal suono molto Disco music e molto Daft Punk.
Per uno dei robot più celebri degli anni '70/'80, non una, bensì due celebri sigle, tutte e due scritte da Luigi Albertelli, con musica e arrangiamento di Vince Tempera, Ares Tavolazzi e Massimo Luca. Tra UFO Robot e Goldrake, la nostra preferenza cade sulla prima, capace all'epoca di vendere oltre un milione di copie e ancora oggi indimenticabile.
Iniziò a pubblicare numerosi singoli e album che complessivamente hanno venduto, al 2018, un totale di oltre 7 milioni di copie, in particolare grazie alle due serie Fivelandia (raccolta annuale di tutte le sigle di cartoni animati trasmessi dalle reti Fininvest a partire dal 1983) e Cristina D'Avena con i tuoi amici in TV ("best of..." a periodici della cantante dal 1987 al 2008) della casa discografica Five Record. Fra le canzoni dei primi anni, la Canzone dei Puffi del 1982 (suo primo disco d'oro per le oltre 500.000 copie vendute) e Kiss Me Licia del 1985 (Disco di platino per le oltre 200 000 copie vendute del relativo album). Nel frattempo studia Medicina e Chirurgia all'Università di Bologna.
Grazie al successo delle prime prove come conduttrice, nei primi anni 1990 Cristina D'Avena viene scelta per numerosi programmi. Dall'8 novembre 1992 conduce su Italia 1 Cantiamo con Cristina, la versione per bambini del Karaoke di Fiorello in onda alle ore 20:00 della domenica: in ogni puntata si affrontano due squadre che si sfidano sulle note delle sue sigle. Nella stagione 1993/1994 partecipa alla sesta edizione di Buona Domenica al fianco di Gerry Scotti e Gabriella Carlucci, conducendo Radio Cristina, la rubrica di commento a lettere e fax inviati dai bambini, ed esibendosi in alcuni numeri musicali e di danza (in questi spazi ha anche modo di eseguire le canzoni dell'album Cristina canta Disney fresco di pubblicazione). Nella quinta edizione di La sai l'ultima?, in onda su Canale 5 nella stagione televisiva 1995/1996 condotta da Gerry Scotti e Paola Barale, ottiene il ruolo di inviata speciale in giro per l'Italia. A partire dal 15 settembre 1996 conduce per due anni di seguito, alternandosi settimanalmente con Pietro Ubaldi, il contenitore di cartoni animati e giochi telefonici Game Boat in onda tutti i giorni nel preserale di Rete 4; in questo periodo viene inoltre pubblicato il quattordicesimo capitolo di Fivelandia, uno dei maggiori successi della cantante premiato con il disco di platino per le oltre 100 000 copie vendute.
Il nome e la carriera della D'Avena sono stati professionalmente e umanamente legati per oltre 20 anni in modo indissolubile a quello di Alessandra Valeri Manera, responsabile dei programmi per ragazzi del Gruppo Mediaset dal 1980 al 2001 e de facto talent scout e creatrice del personaggio "Cristina D'Avena". La Valeri Manera è stata anche ideatrice, autrice, direttrice artistica e produttrice di tutti i lavori della cantante, sebbene dal 2004 la sua attività si sia ridotta a una composizione saltuaria dei testi di sigle. Dal 2001 la produzione discografica della D'Avena viene affidata a Paolo Paltrinieri, manager della Divisione Musicale R.T.I., che da lì in avanti riuscirà a vendere quasi un milione di copie di dischi nuovi e vecchi (riedizioni) della D'Avena. In coppia con la Valeri Manera, nel 2002, la D'Avena scrive per la prima volta le parole di una sua canzone dal titolo I colori del cuore, mentre nel 2007 firma il suo primo testo come autrice unica per la sigla del cartone animato Dolce piccola Remi, a cui ne seguiranno varie altre.
In occasione dei suoi quarant'anni di carriera, il 25 novembre esce una compilation dal titolo 40 - Il sogno continua che include le versioni originali delle sue sigle, dei singoli inediti e sei nuovi duetti tra i quali Elettra Lamborghini, Lorella Cuccarini, Orietta Berti e Cristiano Malgioglio[56][57].
Dal suo debutto allo Zecchino d'Oro nel 1968, Cristina D'Avena ha raggiunto al 2022 un totale di 313 pubblicazioni e 743 brani, di cui 396 sigle (12 ancora inedite su supporto fisico o digitale), suddivise a loro volta tra 371 sigle di cartoni animati, 12 sigle di telefilm e 13 sigle TV, più 41 remix.
I Cavalieri del Re sono stati un gruppo musicale italiano, tra i più conosciuti tra quelli specializzati in sigle di cartoni animati[1]. Devono il loro nome al primo singolo, La Spada di King Arthur, del 1981, ispirato alle gesta di Re Artù.
Clara Serina ha dichiarato in un'intervista che il gruppo, rimasto attivo ufficialmente fino al 1986, si sciolse non per sua volontà, ma a causa del fatto che la Fininvest avesse assunto il monopolio nell'ambito dei cartoni animati giapponesi, comprandoli in blocco dal Giappone, concentrando nelle mani di una ristretta cerchia di autori ed interpreti interni alla Five Record, etichetta discografica delle emittenti berlusconiane, la realizzazione delle sigle televisive, bloccando così di fatto il mercato e impedendo al gruppo di continuare a svolgere il proprio lavoro[6].
Nel 1982, nonostante la concorrenza interna alla casa discografica tra gli autori di sigle destinate ai cartoni animati giapponesi come i Superobots e Le Mele Verdi, molte delle loro sigle vengono scelte per accompagnare cartoni animati di successo come Sasuke, L'Uomo Tigre (attribuito al solo Riccardo), Superauto mach 5 go! go! go!, Calendar Men, L'isola dei Robinson, Il libro Cuore, per il quale venne anche realizzato un videoclip ufficiale, Chappy e Nero cane di leva.
Nel 1983 pubblicano anche una raccolta, I Cavalieri del Re, di fatto un album che raccoglieva la maggior parte delle sigle incise fino a quel momento e che rappresenta la prima dedicata interamente ad un gruppo di sigle di cartoni animati.
Nello stesso anno Zara si dedicò a quello che era allora un progetto ambizioso e piuttosto inedito per i tempi in Italia: un album di canzoni natalizie rivisitate in chiave italo disco. In quel periodo non erano molti gli artisti italiani che si erano cimentati con brani natalizi e nessuno aveva mai pubblicato prima un intero album di canzoni di Natale[12]. Il disco era stato commissionato dai vertici della RCA Anselmo Natalicchio e Olimpio Petrossi e richiese quattro mesi di lavorazione ma, a progetto ultimato, venne rifiutato in quanto giudicato troppo innovativo. Fu a causa di questi contrasti e del progressivo disinteresse da parte dell'etichetta nel pubblicare ulteriori sigle dei cartoni animati, che il gruppo lasciò la RCA. Nonostante tutto Zara riuscì a farlo uscire nel 1984 per la C.E.SE/Ricordi con il titolo Baby Christmas Dance. Rimane sicuramente uno degli album natalizi più venduti in Italia, tanto da essere ristampato per ben cinque volte nel corso degli anni, mantenendo la stessa tracklist ma con titoli e copertine diverse.
Nel 1985 compone le ultime sigle che avrebbero dovuto essere stampate per la RCA ma che, a causa della decisione dei vertici di non stampare più sigle dei cartoni animati, in quanto non si raggiungevano le 5 000 copie di vendita, furono definitivamente accantonate: Il fichissimo del baseball, che rimase inedita su supporto discografico fino al 2001 quando verrà inserita nella compilation I cartonissimi, edita dalla BMG per la Linea Kids e I Predatori del tempo, quest'ultima pubblicata nel 1986 dalla Durium.
Nel 1986 il gruppo si sciolse definitivamente. Clara Serina ha dichiarato in un'intervista che il gruppo si sciolse non per sua volontà, ma a causa del fatto che la Fininvest aveva assunto il monopolio nell'ambito dei cartoni animati giapponesi, comprandoli in blocco dal Giappone, concentrando nelle mani di una ristretta cerchia di autori ed interpreti la realizzazione delle sigle televisive ad autori interni alla Five Record etichetta discografica delle emittenti berlusconiane, bloccando di fatto il libero mercato e impedendo loro di continuare a svolgere il lavoro di autori ed interpreti[6].
Dopo quindici anni di silenzio, nel 2000, grazie anche all'ondata di revival delle sigle dei cartoni animati, il gruppo si riunì prendendo parte alla gara televisiva Macchemù, programma di Italia 1 che riscopriva e celebrava proprio molte delle sigle storiche della televisione. 2ff7e9595c
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